Nel 1846, nel famoso saggio Filosofia della composizione, Edgar Allan Poe espose la sua tesi contraria alla scrittura come <<estatica intuizione>>. In disaccordo con gli autori che <<preferiscono dare ad intendere che essi compongono in uno stato di splendida frenesia>>, lo scrittore spiega quanto calcolo e quanta logica ci possono essere dietro un componimento, la stessa precisione e la stessa consequenzialità che è necessaria per l’elaborazione di un teorema matematico.
Esempi di quella matematica applicata alla creazione, all’atto creativo, si trovano spesso nei picture books. È quello che ho pensato leggendo ‘Una scatola gialla’. Il libro segue delle regole precise, definite; come una formula matematica la storia si sviluppa attraverso le pagine e diviene soluzione, frutto di precisione e garbo, struttura e fantasia.
Pieter Gaudesaboos affida a ogni cosa il giusto peso e un posto esatto. I tre elementi fondamentali, aggettivo, mezzo di trasporto e personaggio sono legati da una relazione fondamentale, che ha la forma di una scatola e il tono del colore che brilla tra le pagine.
Il formato del libro richiama il movimento di cui è fatta la storia. Il lungo viaggio di una scatola che attraversa scene e panorami e passa, di volta in volta, nelle mani di un pilota, un capitano, un macchinista, un’autista, un postino e una bambina. Una scatola che si muove grazie ad un aereo, una nave, un treno, un pullman, una bici e due piedi e che, con la formula magica “balla e traballa”, si trasformerà da gigantesca in minuscola.
L’architettura narrativa la distingui facilmente; è fatta di sequenze simmetriche costruite su coppie di doppie pagine che s’incastrano in modo preciso e regalano a ogni stacco una domanda, un’ipotesi e poi il lento movimento successivo. Tutto il libro segue un’ordinata e rigorosa forma che regala eleganza, armonia e ritmo ad una storia piccola e sorprendente.
Anche il colore è dosato sui fogli secondo regole definite; in ogni pagina pochi colori che, combinati tra loro, riescono a disegnare composizioni complesse e piccolissimi particolari, poche tracce di giallo per cucire il racconto e il verde a legare il quesito e le ipotesi.
Così, fino a quando la scatola non si apre. In quel momento cambia tutto: sui fogli arriva lo sfondo giallo, non vedi più gli esterni degli edifici ma l’interno di una casa e le sagome bianche si fanno figure principali. Mentre leggi, però, non confonderti: non si tratta di eccezioni alla regola; sono segni di una nuova storia che sta per cominciare. Come seguendo un teorema sei arrivato alla fine, al momento della sorpresa, all’esito che non ti aspettavi. Ora tutto è possibile: in ballo ci sono i desideri e fogli di carta da piegare. Tocca a te provare a giocare e poi, magari, a raccontare.
Una scatola gialla, di Pieter Gaudesaboos, Trad. di Laura Pignatti, Sinnos, 2014
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