È la luce che ti porta. Prima ancora che tu possa conoscere Leo o sapere la sua storia, sei finito altrove, in un tempo lento di un piccolo paese che si affaccia all’orizzonte. Là incontri Leo, il postino, che ha lo stesso temperamento di un pomeriggio di fine estate.
Quindi, cominci a leggere e scopri quali sono le semplici cose che rendono speciali le giornate di Leo. I tragitti per le consegne, i sorrisi di chi corre ad aprire le lettere, le soste per la partita di bocce con gli amici, lo zabaglione della signora Durelli.
Cose piccole, disegnate come fossero camei, che riempiono e impreziosiscono i giorni e le pagine. Cose che rendono piacevole la vita, direbbe Leo.
Poi, una novità arriva nelle giornate del postino: è Cip. Le pagine ora raccontano i piccoli aggiustamenti per fare spazio, per accogliere e condividere le esperienze ed i riti quotidiani. La cassetta della lettere che si trasforma in letto, i portatovaglioli sulla tavola che diventano due, e Leo e Cip che sono ormai una famigliola.
Nella storia ci sono il bosco e la casa, le montagne e l’ufficio postale. Ambienti differenti a cui Sergio Ruzzier regala lo stesso tepore, la stessa capacità nel saper essere casa. Accade per i luoghi chiusi, grazie al bellissimo pavimento, alla cucina a legna e agli oggetti disegnati sulle mensole. Succede per i percorsi tra i boschi, in mezzo ai monti, con i livelli delle scene che si sovrappongono e con la profondità dell’immagine che si dilata. Lì sui fogli riconosci piccoli particolari, sfumature di colore che ti tengono legato alla storia e ti riportano sempre a casa.
Alla fine del libro Cip si allontana da quei luoghi familiari e la tristezza per la sua partenza sta fuori e dentro la casa, sta nella postura di Leo come in quella del fiore sul davanzale.
Ruzzier racconta questa storia, con le figure, le parole ed il linguaggio degli uccelli. Ed è tutto assolutamente naturale. A dispetto di qualsiasi regola sui codici comunicativi, i dialoghi tra Leo e Cip sono semplici ed armoniosi. In fondo, ci sono cose che non si dicono. Si capiscono e basta. Oppure, si capiscono e si scrive una lettera.
Una lettera per Leo, di Sergio Ruzzier, Topipittori, 2015
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